Noto celebra il suo Santo patrono, San Corrado Confalonieri. Due date sono a lui dedicate, il 19 febbraio e l’ultima domenica di agosto, che ricorda la sua beatificazione avvenuta nel 1515.
Un’arca d’argento con dentro le reliquie, sorretta da quattro grifoni, in processione si snoda per le vie cittadine. Il Fercolo, retto a spalla dai 50 portatori delle locali confraternite, è seguito da migliaia di fedeli che recano ceri accesi, ed è circondato da circa 100 candelabri sormontati da fiori di latta, eredità di una tradizione secentesca, molto suggestivi.
Corrado, nobile piacentino, ebbe vita travagliata. Un giorno durante una battuta di caccia, per stanare la selvaggina appiccò un fuoco, che però andò fuori controllo distruggendo le coltivazioni. Del rogo fu accusato un uomo, ma Corrado si decise a farsi avanti per salvargli la vita.
Da qui inizia la sua conversione, che lo porterà infine a Noto, dove si ritirerà a vivere in una grotta, compiendo numerosi miracoli, curando ernie, placando col pane la carestia, sino al termine dei suoi giorni.
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